IO GIOCO, GIOCHI CON ME - da 0-3 anni
Il gioco è, fin dalla nascita, lo sfondo nel quale si attua la relazione
genitore-figlio; è quello spazio esperienziale nel quale il bambino,
a partire dalle prime interazioni affettive, “scrive” la propria storia
personale.
Un’avventura irripetibile nel corso della quale mamma e papà condividono scoperte ed evoluzione della persona che hanno accanto: davanti ai loro occhi, attraverso la loro presenza attiva, il bambino compirà i primi passi del suo sviluppo.
Attraverso questa lettura è possibile riconoscere e comprendere comportamenti che spesso risultano incomprensibili: perché butta le cose per terra? Perché gioca in modo aggressivo?
E la domanda più importante: come riconoscere e sostenere il suo invito al gioco, per aiutarlo a costruire l’immagine di sé e del mondo? È con particolare piacere che l’A.S.S. n.3 promuove questa pubblicazione, le cui finalità sono proprio quelle di presentare ai genitori il significato che assume il gioco nelle fasi di sviluppo del bambino da zero a tre anni. Un significato che va interpretato come primaria promozione della sua salute.
Un’avventura irripetibile nel corso della quale mamma e papà condividono scoperte ed evoluzione della persona che hanno accanto: davanti ai loro occhi, attraverso la loro presenza attiva, il bambino compirà i primi passi del suo sviluppo.
Attraverso questa lettura è possibile riconoscere e comprendere comportamenti che spesso risultano incomprensibili: perché butta le cose per terra? Perché gioca in modo aggressivo?
E la domanda più importante: come riconoscere e sostenere il suo invito al gioco, per aiutarlo a costruire l’immagine di sé e del mondo? È con particolare piacere che l’A.S.S. n.3 promuove questa pubblicazione, le cui finalità sono proprio quelle di presentare ai genitori il significato che assume il gioco nelle fasi di sviluppo del bambino da zero a tre anni. Un significato che va interpretato come primaria promozione della sua salute.
Il Direttore Generale dell’Azienda
per i Servizi Sanitari n.3 “Alto Friuli”
Dott. Beppino Colle
UN BAMBINO ESISTE NEGLI OCCHI DI CHI LO GUARDA
UN BAMBINO ESISTE NEGLI OCCHI DI CHI LO GUARDA
Il gioco è uno spazio d’esperienza
che nasce con la vita,
laboratorio della nostra identità.
(F. Cartacci)
Il bambino gioca fin dalla nascita, quando i suoi bisogni essenziali sono soddisfatti (mangiare, dormire, contatto corporeo).
Nei primi mesi gioca nella relazione corporea con la madre. Poi giocando, grazie al progressivo ampliarsi delle sue possibilità di movimento e alla sicurezza maturata nella relazione affettiva, scopre il proprio corpo, gli oggetti e lo spazio.
Possiamo identificare un filo conduttore nei giochi infantili: lo sviluppo dell’identità , e immaginare l’esperienza da 0-3 anni come un viaggio che il bambino compie per separarsi dalla madre e definirsi come “Io”.
Il gioco è il mezzo di trasporto su cui viaggia il bambino.
Questo viaggio è composto da tante tappe, che corrispondono a momenti fondamentali del suo sviluppo.
Proseguendo nel viaggio, di tappa in tappa, possiamo pensare che tale mezzo di trasporto si arricchisca e si trasformi, senza perdere le caratteristiche iniziali.
Significa che diverse modalità di gioco prendono progressivamente forma nel corso dello sviluppo e man mano si integrano l’una con l’altra.
In ogni fase del suo viaggio il bambino fa innumerevoli esperienze: di relazione, di apprendimento, positive e negative.
Quello che accomuna tutte le esperienze dei primi due anni di vita è che esse avvengono prevalentemente attraverso il corpo e il movimento.
Nel suo viaggio il bambino acquisisce “un sapere” fatto di esperienze corporee che sono il fondamento della vita psichica.
Solo in seguito, con lo sviluppo del linguaggio, su questa base corporea i pensieri acquisiranno gradualmente la forma verbale (simbolica) a cui siamo abituati, pur rimanendo ancora strettamente collegati al movimento e all’azione.
Il bambino gioca fin dalla nascita, quando i suoi bisogni essenziali sono soddisfatti (mangiare, dormire, contatto corporeo).
Nei primi mesi gioca nella relazione corporea con la madre. Poi giocando, grazie al progressivo ampliarsi delle sue possibilità di movimento e alla sicurezza maturata nella relazione affettiva, scopre il proprio corpo, gli oggetti e lo spazio.
Possiamo identificare un filo conduttore nei giochi infantili: lo sviluppo dell’identità , e immaginare l’esperienza da 0-3 anni come un viaggio che il bambino compie per separarsi dalla madre e definirsi come “Io”.
Il gioco è il mezzo di trasporto su cui viaggia il bambino.
Questo viaggio è composto da tante tappe, che corrispondono a momenti fondamentali del suo sviluppo.
Proseguendo nel viaggio, di tappa in tappa, possiamo pensare che tale mezzo di trasporto si arricchisca e si trasformi, senza perdere le caratteristiche iniziali.
Significa che diverse modalità di gioco prendono progressivamente forma nel corso dello sviluppo e man mano si integrano l’una con l’altra.
In ogni fase del suo viaggio il bambino fa innumerevoli esperienze: di relazione, di apprendimento, positive e negative.
Quello che accomuna tutte le esperienze dei primi due anni di vita è che esse avvengono prevalentemente attraverso il corpo e il movimento.
Nel suo viaggio il bambino acquisisce “un sapere” fatto di esperienze corporee che sono il fondamento della vita psichica.
Solo in seguito, con lo sviluppo del linguaggio, su questa base corporea i pensieri acquisiranno gradualmente la forma verbale (simbolica) a cui siamo abituati, pur rimanendo ancora strettamente collegati al movimento e all’azione.
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