DALLA PARTE DEL NEONATO 6-12 MESI

Evviva... ce l’ho fatta, comincio a stare seduto! Mi giro di qua e di là e anche se barcollo rimango su; mi basta appoggiare una mano a terra per ritrovare l’equilibrio. Ora sì che mi piace fare e rifare con gli oggetti sempre la stessa cosa, e anche fare la stessa cosa con oggetti diversi: prima li porto tutti alla bocca (non penserete vero che l’abbia già messa da parte...!), poi li gratto tutti o li scuoto tutti o li lancio tutti... Ripetendole, mi alleno a imparare le azioni ma anche a capire che gli oggetti non sono tutti uguali. Come sono diversi in bocca, così sono diversi anche nel rumore che fanno o nella forma che hanno. C’è chi rotola via e chi sta fermo, chi suona e chi no, chi è vuoto e chi è pieno... Quando mi capita osservo con attenzione e cerco di toccare quello là che vedo nello specchio: se mi muovo o allungo la manina lo fa anche lui, se mi appiccico con il viso lo fa anche lui... che cosa strana! Mah... sarò io? Inizio a spostarmi nello spazio per andare a prendere proprio quella cosa laggiù, che non sai mamma da quanto tempo avrei voluto prendere. Come lo chiamate voi? Gattonare, strisciare? In ogni caso per me rappresenta una conquista importantissima: occupo lo spazio con il mio corpo in modi diversi.

Fra poco riuscirò anche a tirarmi su in piedi aggrappandomi al divano o alla sedia... Appena ne ho l’occasione, mi arrampico per raggiungere nuove mete: la cima di uno sgabello o il tetto di una scatola rovesciata. Certo, voi le sapete già tutte queste cose, le vedete ogni giorno e gioite delle mie conquiste. Ogni tanto però sento che qualcosa è cambiato: mi sorridete un po’ meno, la voce non ha il solito tono dolce e gentile e mi dite quel nuovo suono “no...”. Forse a volte non vi piace quello che faccio? O forse non vi piace  solo perché non sapete cosa significa per me? Si, parlo proprio di quello...: di tutte le cose che lancio o butto a terra, dei cassetti che apro e svuoto (preparatene uno o due solo per me, così gli altri mi attireranno un po’ meno...), di quei concerti di rumori e suoni che riesco a fare battendo le cose l’una contro l’altra... con pentola e mestolo sono insuperabile!

Come posso raccontarvelo... Mi piace tanto quando getto gli oggetti a terra e qualcuno li raccoglie, me li rida e io di nuovo li butto... lo rifarei infinite volte. È bello perché vedo dove vanno a finire e inizio a conquistare  lo spazio, in più è un modo per affermarmi: Io sono Io, diverso da te. Lo scopro anche così, poi quando sarò un po’ più grande mi piacerà proprio giocare a distruggere. Distruggere torri: prima la costruisci tu per me e io con tanto piacere la butto giù, poi la rifai e ancora una volta... GIUUU! So che ti stufi dopo un po’, io invece no! Quando sarai stanca stanca ricordati che per me è super importante e... un’ultima volta e poi basta, promesso! A proposito di distruzione, quasi me ne dimenticavo... a volte anche ti mordo, ti tiro i capelli, ti graffio e ti pizzico... non vorrei farti male. Lo so, sono azioni forti, ma mi aiutano (come il gettare di prima...) a sperimentarmi come indipendente, mi aiutano a separarmi da te e a riconoscere che sono Io.
Non arrabbiarti troppo quando lo faccio... ma allontanami dolcemente e mangiucchiami anche tu sorridendo. Così il piacere di questo nuovo gioco mi distoglierà dall’azione che stavo facendo. Lo sapete quanto mi piace essere lanciato in aria e ripreso o  quando mi fate quegli scherzetti tipo il solletico, la formichina o “attento che ti prendo...”. Mi piace perché so che cosa mi succederà e l’attesa che accada mi emoziona ancor di più. Anche quel gioco che facciamo sempre, quello del cucù, mi aiuta a capire che le cose rimangono anche se non si vedono più. Non lo so da subito, mi ci vuole un po’ di allenamento... e non c’è niente di meglio che allenarmi con il tuo viso! Perché la prima cosa che devo imparare a capire che c’è sempre, anche se non la vedo, sei proprio tu... Tu rimani sempre con me e questa consapevolezza mi rende sicuro. Ho anche trovato il modo di far finta che ci sei... tengo vicino vicino il mio orsetto, mi distendo su quella copertina morbida e calda, metto la testa sotto a un cuscino... Cosa c’è di meglio che rifare senza di te (con gli oggetti e nello spazio) quello che prima facevo con te corpo a corpo! Certo, ricordatevi che tutte queste cose non le penso, ma le potete vedere nei giochi che faccio e, attraverso le mie azioni, scoprire a che punto del mio viaggio sono arrivato.

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