DALLA PARTE DEL BAMBINO 24-36 MESI

“Ciao tutti, mamma papà...” Ora parlo, parlo, PARLO! (e non dite che era meglio prima, eh?) Tutto quello che è entrato nella mia memoria sotto forma di esperienze fatte con il corpo inizia a trovare delle parole e pian piano una loro combinazione... I grandi lo chiamano processo di simbolizzazione: ad ogni cosa corrisponde un simbolo (parola) e di quella cosa si può parlare o fare anche quando non c’è. Certo, è da tanto tempo che mi preparo a questo. Prima ho iniziato a sperimentare ”il meccanismo” attraverso quel gioco che si chiamava in modo strano, un po’ difficile, ricordate? Gioco proto-simbolico. Si... quello che c’era “sotto” alle parole... come un semino nel vaso. È sotto alla terra, non si vede, ma si sta preparando per uscire fuori e diventare un fiore. Il fiore mica ci sarebbe senza il seme. E infatti, indovinate come si chiama il fiore? Quello che è appena spuntato e da adesso in poi ci sarà sempre: gioco simbolico! Gioco a fare finta che le cose sono diverse da quello che sono (una scatola diventa: barca o macchina o cavallo) e gioco Io ad essere diverso da quello che sono (posso diventare un gatto, una mamma o un papà, un pompiere, un mostro...). La differenza da prima è che ora lo dico: “Facciamo per finta...”! Questo gioco mi occuperà un gran bel po’ di tempo e mi accompagnerà per tutti i prossimi anni... da semplici azioni di rappresentazione della vita quotidiana o di trasformazione d’uso degli oggetti, assumerà forme sempre più complesse. Fino alla messa in scena di veri e propri spettacoli, in cui prenderanno vita personaggi e situazioni immaginarie.
Mi piace trasformare il mio corpo: che bel gioco infilare le tue scarpe e usare i tuoi trucchi. Non sono forse bellissima, quando mi vedi comparire dalla porta del bagno con un alone rosso intenso sulla bocca (e oltre!)... e metto tutta la mia capacità di equilibrista per rimanere in piedi sui tacchi? E non siamo forse bellissimi, Io e te, papà: tu a quattro zampe (si lo so, magari preferivi continuare a leggere il giornale...), un cavallo di pura razza, e Io, cavaliere in cerca di mostri o mamme-principesse da salvare in groppa alla tua schiena. Con la spada che fende l’aria, pronto a guidarti verso avventure inaspettate... (IIIH! IIIH!) A volte me la cavo da solo, altre volte ho invece bisogno della vostra presenza e del vostro aiuto affinché il mio gioco possa prendere vita. Come il fiore: cresce da solo, ma ha bisogno di qualcuno che lo nutra con l’acqua.. Quello che prima facevo solo con il mio corpo tutto intero ora inizio anche a rappresentarlo usando gli oggetti. Mi piace costruire: per il piacere di farlo o per creare degli spazi (recinto per gli animali, fattoria, castello...). Mattoncini di legno o ad incastro, sempre scatole e stoffe... più il materiale è “privo di caratteristiche specifiche” e informe, più la mia immaginazione gli può far prendere forme e utilizzi sempre diversi. Un tubo di cartone è una spada o un tunnel misterioso, ma anche un super cannocchiale, che diventa binocolo quando è attaccato ad un altro tubo...

Anche per creare e trasformare gli oggetti qualche volta ho però bisogno di prendere in prestito la vostra fantasia! Inizia a piacermi tanto lasciare una traccia di me sui fogli, (e ogni tanto anche sui muri...): per intanto scarabocchi, cerchi e linee…. ma di gran valore! Il disegno diventerà sempre più importante per rappresentare, in modo diverso dal gioco, quello che sento dentro. È un grande salto nel mio sviluppo, perché il corpo verrà un po’ messo in secondo piano... ma solo per un momento! Infatti, continuo a sperimentare per sapere fino a che punto posso spingermi e sono sempre più intraprendente e spericolato, ma anche agile e sicuro. Muovermi è un bisogno a cui non posso rinunciare nemmeno quando piove o fa freddo. Correre mi fa sentire che esisto, l’aria che mi arriva addosso fa vibrare tutta la mia pelle, è BELLISSIMOOO!!! Riesco anche a sollevarmi da terra da solo: ma quanti tentativi ho fatto per capire come si faceva, con le gambe su e giù, su e giù e non accadeva mai nulla... poi un giorno la magia, “OPLÀ”, ho fatto un SALTO! E si è aperto un ventaglio gigante di possibili esperienze... dalla conquista dei muretti con successivo salto dall’alto, alle prime gare per vedere chi salta più in alto o lontano, o corre più veloce. Che dire poi delle capriole e degli equilibri impossibili sulla testa: anche se il mondo è all’incontrario, sono sempre Io! E sapere che sono Io è la meta di questo viaggio, ricordate? Anzi, vi diremo di più...

...Io so anche di essere un maschietto... ...Io so anche di essere una femminuccia!...
.Chissà!? Ora ve ne siete accorti, oppure no? Che vi abbiamo raccontato in due questo viaggio, una bambina e un bambino. Ci siamo confusi e alternati perché non era così importante essere riconosciuti rispetto a questo... ma ora si! L’identità è anche nel suo essere “maschile e femminile“. Osservando i nostri giochi vi accorgerete che pian piano inizieranno a differenziarsi in modo spontaneo.
Si, forse a me piaceranno di più fate e principesse

…e a me piaceranno di più draghi e cavalieri...

Ma non preoccupatevi se...
a me piacerà giocare con le ruspe e le macchinine
e a me piacerà fare collane o bracciali con le perline
o giocheremo insieme con le bambole a alla lotta sul pavimento

Ci sono oggetti e giochi “un po’ più da maschi” e oggetti e giochi “un po’ più da femmina” ma in fondo gli oggetti e i giochi sono per tutti e due! E per noi è davvero importante poterli esplorare e vivere tutti, così come ci viene, spontaneamente!


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