LE COLICHE DEL LATTANTE

Fonte
Argomento tra i più controversi e più sentiti dai neo-genitori, le famigerate “coliche”. Sembra che quasi nessun bambino possa scampare a questa “tappa obbligata” della crescita. Spesso se abbiamo un neonato che piange (soprattutto nelle ore serali) non riusciamo a calmarlo, diventa rosso e si contorce… la colpa è delle coliche. E quindi via di medicinali, che ci sembrano facciano migliorare leggermente la situazione, anche se non la risolvono quasi mai.

In realtà le cosiddette “coliche gassose” sono una specie di mito e spesso si risolvono le possibili tensioni, responsabilità, difficoltà dell’essere genitore per la prima volta (in genere col secondo figlio compaiono molto meno) dando la colpa al “mal di pancia”.

Cerchiamo dunque di sfatare questo “mito”, allo stesso tempo di confortare i genitori sul fatto che il pianto incontrollato dei neonati è assolutamente normale e provare a suggerire in termini pratici cosa fare.

1- Perché si ritiene che il bimbo pianga per il mal di pancia:
Il fatto che il neonato, quando piange, si contorca, contragga ogni muscolo, chiuda i pugni, porti le gambe sul pancino e quindi emetta aria ha sempre fatto pensare che piangesse per il mal di pancia. In realtà questi movimenti e contrazioni sono del tutto normali: il neonato si muove ancora in modo scoordinato e quando piange, piange con tutto il corpo! L’emissione di aria è dovuta al fatto che l’aria è sempre presente nel tubo digerente di ogni essere umano, ad ogni età, a maggior ragione nei neonati che si nutrono di latte, contenente il lattosio, che è uno zucchero e quindi fermenta facilmente nell’intestino, dando origine alla famigerata aria nel pancino. In poche parole, è possibile che alcuni neonati soffrano di fastidi e dolori addominali, ma non tutti i pianti serali (anche se accompagnati da contorsioni, spinte del bambino e aria) sono dovuti a coliti!

2- A cosa potrebbero essere dovuti i pianti del neonato

Il neonato piange per due motivi:
– prova un bisogno
– esprime un’emozione e scarica una tensione

Nel primo caso dobbiamo ricordare che il neonato vive nel presente e che appena sente un bisogno piange in modo disperato anche per motivi che a noi potrebbero apparire insignificanti. Questo perché il neonato non sa che il fastidio passerà e non sa che se avrà la pazienza di aspettare 5 minuti tutto verrà risolto! Inoltre dobbiamo sapere che, se la persona che si prende cura del bambino risponde in modo pronto e rapido alle necessità del neonato (entro 90 secondi), questi si calmerà molto in fretta (5 secondi). Moltiplicando per 2 il tempo necessario a rispondere al neonato moltiplichiamo x 10 la durata del pianto Perciò se ci mettiamo 6 minuti a capire cos’ha il bambino e ad intervenire in modo corretto, il neonato, nel momento in cui riceve ciò di cui ha bisogno, smetterà di piangere dopo più di 8 minuti. Per questo è importante mantenere la calma e provare sempre una cosa per volta (proviamo ad allattarlo, se non smette entro 5 minuti di piangere, proviamo a cambiarlo, aspettiamo altri 10 minuti, se non si calma proviamo qualcos’altro, etc.) e dare il tempo al neonato di sfogarsi prima di proporre nuove alternative.

Nel secondo caso dobbiamo imparare a non farci sopraffare dalle nostre emozioni (niente è più terapeutico del diventare genitore in modo consapevole, sapendo che quello che siamo dipende da come i nostri genitori sono stati con noi, da cosa loro hanno provato e ci hanno trasmesso) per ACCCETTARE, RISPETTARE E DARE IL PERMESSO al nostro bambino si esprimersi. Magari è arrabbiato perché non lo avete preso in braccio, magari è ancora scosso perché ha avuto una nascita difficile, magari vuole dare l’opportunità a voi di sfogare le vostre emozioni e piange perché non ha nessun altro strumento a disposizione. Detto questo è importantissimo che il genitore non si senta sminuito, incompetente, insicuro, perché non si sente in grado di far smettere immediatamente il suo neonato di piangere, ma che si prenda tempo per capire perché si sente impotente (forse i suoi genitori hanno provato lo stesso quando il neonato era lui?) e per accettare che TUTTI I NEONATI PIANGONO!

3- Perché il neonato piange di più la sera
Spesso si dice che le coliche arrivino ad orari regolari (tra le 19.00 e le 21.00) ma probabilmente gli orari sono qualcosa di più psicologico che fisico! Se ci aspettiamo che la sera a quell’ora il bimbo comincerà a piangere, lui non tarderà a soddisfarci (in psicologia questo si chiama effetto Pigmalione o Profezia che si autoavvera). Inoltre la sera i genitori sono stanchi, sanno che magari li aspetterà una nottata difficile o addirittura insonne, sanno di non avere più la farmacia sotto casa aperta, sanno che per chiamare il pediatra dovranno aspettare domattina, e accumulano tensione… che il bambino deve scaricare!

COSA SI PUÒ FARE IN PRATICA?

 1) Farmaci.
Quasi tutti i pediatri di fronte a una mamma che si lamenta per le coliche prescrivono qualche farmaco. Vediamo quali sono i più gettonati:
 – Simeticone (nomi commerciali Meteosim, Mylicon, Simecrin e Simetic), farmaco da banco molto utilizzato: gli studi sperimentali che ne confrontano l’efficacia con quella di un semplice “placebo” non hanno evidenziato alcun effetto sulle coliche del lattante.
– Cimetropio bromuro (nome commerciale Alginor), In Italia è abbastanza adoperato. Non ci sono studi che ne valutino l’efficacia.
– All’estero sono invece usati Diciclomide e Dicicloverina, non commercializzati in Italia per il rischio di effetti collaterali. Questi farmaci rischiano poi di attenuare la sintomatologia di una vera eventuale patologia gastroenterica acuta, facendo correre il rischio di sottostimare i sintomi e porre in ritardo la diagnosi. (da UPPA.IT)
A volte vengono proposti prodotti omeopatici oppure tisane di finocchio (es. Colimil), male forse non ne fanno ma di sicuro non cambiano molto la situazione.

2) Dieta per la mamma che allatta.
Gli studi finora effettuati non hanno dimostrato che eliminare alcuni (o molti) alimenti dalla dieta delle mamme che allattano diminuisca in maniera apprezzabile il pianto dei neonati. Effetti positivi di una dieta materna priva di latte vaccino sembrano esserci nel caso si sia in presenza di una colite del bambino da intolleranza alle proteine del latte vaccino. (da UPPA.IT)

3) Cambio di latte artificiale.
Anche in questo caso non c’è la dimostrazione scientifica che sostituire il normale latte artificiale con latti speciali elimini le “coliche”. Di sostituire il latte materno con altri alimenti non se ne parla neppure! (da UPPA.IT)

4) Altri suggerimenti

RILASSAMENTO
Adesso che sappiamo realmente cosa sono le “coliche” e perché un bimbo piange, potremo cercare di essere più rilassati! Sappiamo di essere in buona compagnia e che tantissimi genitori provano o hanno provato le nostre difficoltà. Armiamoci di pazienza, sapendo che quando impareremo con l’esperienza a capire cosa il nostro bimbo vuole dirci tutto passerà (questo avviene in genere entro i 6 mesi di vita del bambino)

PAZIENZA
Il bambino non piange per farci dispetto né perché è “viziato”, ma perché ha delle esigenze e non è ancora capace di aspettare. Gli adulti siamo noi, impariamo noi a convivere e a controllare le nostre emozioni per poterlo poi insegnare a nostro figlio! Ricordate di rispettare i suoi tempi e di proporre cose nuove con calma, aspettando la reazione del bambino.

RASSICURAZIONE Spesso la situazione migliora se sappiamo che abbiamo una “scappatoia” o un'”uscita di emergenza”, per esempio possiamo chiamare il pediatra, andare al pronto soccorso o in farmacia. Cerchiamo allora di avere sempre a disposizione nei primi mesi una persona fidata che possiamo chiamare ad ogni ora e che eventualmente può venire a casa nostra in caso di “emergenze”, per esempio una nonna, una zia, un’ostetrica, una pedagogista o una puericultrice.
COMPETENZA
Spesso i farmaci, le tisane, i sondini, etc funzionano non in sé, ma semplicemente perché sentiamo di avere uno strumento tra le mani in gradi di alleviare i nostri problemi, ci sentiamo più competenti, cioè in grado di affrontare il problema e abbiamo tante “cartucce” ancora da utilizzare! Allora sarebbe molto utile frequentare dei gruppi di incontro o dei corsi genitore/bambino dove ci insegnino dei “trucchi” oppure dove possiamo confrontarci con altre mamme per sentire di non essere sole.

MASSAGGIO
Il massaggio infantile specifico per le coliche dell’A.I.M.I. (Associazione Italiana Massaggio infantile) è stato oggeto di studio e verifiche e si è rivelato particolarmente efficace per affrontare e migliorare la situazione. Probabilmente il beneficio deriva dal fatto di avere uno “strumento” in più a disposizione (il massaggio) e dal fatto di avere un’insegnante a disposizione per risolvere dubbi e problemi (contenimento) oltre al poter liberamente confrontarsi con altre mamme di neonati (rassicurazione).

CONTENIMENTO
Il bambino ama essere contenuto (attraverso l’appoggio delle mani, l’essere tenuto in braccio, l’essere tenuto stretto in una copertina, nella fascia o nel marsupio, etc.) perché proviene dall’utero dove ha sperimentato il massimo del contenimento. Quando avete un bambino che si “tira” in continuazione, si agita, si muove, provate a contenerlo!

MARSUPIO-TERAPIA E’ stato provato che anche la marsupio-terapia è molto efficace in caso di coliche

CULLARE
I neonati amano molto essere cullati. Potete provare il “paleggio indiano” (tenere il bambino sulle vostre ginocchia e “galoppare”) oppure a cullare il bambino tra le braccia o metterlo su un’amaca o in un lenzuolo e tenendo da una parte la mamma e dall’altra il papà cullarlo con vigore. Spesso lo stesso effetto si ottiene con un “giro in auto”.

ALTRE POSSIBILITA’
Potete provare ad allattare, cambiare posizione dell’allattamento (alcuni neonati preferiscono alcune posizioni o addirittura un capezzolo all’altro), cambiarlo. Fategli fare il ruttino, può avere caldo o freddo (sentite i piedini e le manine), massaggiatelo, fategli prendere aria, tenetelo in braccio verticalmente appoggiato alla vostra spalla e battetegli energicamente sul culetto , cambiate posizione (a pancia in su o in giù, o appoggiato alla vostra spalla, o sulle ginocchia, etc.) Forse ha bisogno della vostra presenza, vuole compagnia. Cullatelo, dondolatelo, camminate con lui in braccio. Cantategli una canzoncina o fategli sentire una musica, cullandolo. Portatelo a fare una passeggiata (anche di sera!), fatelo giocare. Parlategli e mostrategli cose nuove e interessanti. Se siete da sole/i tenete duro e non agitatevi mai, per nessun motivo: il bambino percepisce il vostro nervosismo e le cose non riescono a risolversi. Se non riuscite a calmarlo chiedete aiuto al vostro partner o a una persona di fiducia, spesso la mamma quando non riesce a calmare il bambino ai primi tentativi va in panico peggiorando la situazione, essere tenuto da una persona più tranquilla spesso risolve il problema. E poi, evviva la positività, vedrai che tra qualche anno tutte queste ansie saranno solo un ricordo!

Commenti

Post popolari in questo blog

SOLUZIONI PER LAVARE I CAPELLI AI BAMBINI

Da un articolo di ALESSANDRO BARRICO SU VANITY FAIR. 💗

LUPILU Sì, LUPILU NO